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Postumio Rufio Festo Avienio (latino: Postumius Rufius Festus signo Avienio; fl. seconda metà del IV secolo) è stato un politico e poeta romano.
Pagano (CIL VI, 537), nacque a Volsinii (Bolsena) da una famiglia del luogo; tra i suoi antenati vi era Gaio Rufio Festo di Volsinii e i suoi figli Gaio Rufio Festo Lelio Firmo e Rufia Procula, oltre a Gaio Musonio Rufo, un filosofo stoico attivo sotto Nerone e Vespasiano. Aveva un parente di nome Avienio, probabilmente suo padre; sposò Placida, da cui ebbe molti figli e tra questi uno di nome Placido.
È possibile che lo si debba identificare col Rullus Festus che fu corrector Lucaniae et Bruttiorum (CIL X, 212). Fu proconsole dell'Acaia e poi d'Africa.
Di lui si sono conservate le seguenti opere:
Quest'ultima è di certo l'opera più importante di Avieno. Essa ha già un valore intrinseco, dal momento che è l'unica traduzione latina dell'opera di Arato pervenutaci completa. Anche Cicerone ne aveva improntata una, ma a noi ne sono giunti soltanto 480 versi. La traduzione di Avieno non è letterale: oltre ad una generale prolissità, infatti, l'autore apporta all'originale personali aggiunte, che paiono mostrare il suo desiderio di rivaleggiare nella composizione poetica con Germanico, il primo traduttore di Arato.
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