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Il paesaggio urbano è un tema dell'arte sviluppato nel corso dei secoli a seconda dei periodi storici, dello sviluppo della scienza e delle committenze.[1]
Tra i primi esempi di rappresentazione delle città nell'arte spicca per la qualità pittorica che per i dettagli gli affreschi di Akrotiri presso Santorini attorno al XVI sec. a.C.[1]
In quest'epoca iniziano i primi studi razionali sulla prospettiva e si riconoscono edifici le cui linee convergono tutte in un punto (punto di fuga). La società umanistica del tempo ha prodotto anche concetti urbani di tipo utopistico, la città ideale.[2]
Grazie all'esperienza di Canaletto, la rappresentazione della città diventa estremamente realistica.
[3] Una visione della "città futurista", città utopica, città di desiderio, appare già nella prima pagina del Manifesto del futurismo di Marinetti, pubblicato su Le Figaro a Parigi il 20 febbraio 1909:
Il tema della città viene sviluppato molto presto dai futuristi: essa è infatti il luogo privilegiato della modernità che, con la sua forza travolgente, sembra ormai a portata di mano; è il luogo in cui si incarna il futuro, la velocità il movimento. Il paesaggio urbano appare sconquassato dalle luci, dai rumori, che ne moltiplicano i punti di visione. La Città Nuova deve nascere e crescere contemporaneamente alla nuova ideologia del movimento e della macchina, non avendo più nulla della staticità del paesaggio urbano tradizionale.