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Luigi Brambilla (Milano, 13 giugno 1909 – Milano, 28 dicembre 1977) è stato un architetto italiano.
Laureatosi in architettura al Politecnico di Milano nel 1938, iniziò a lavorare come associato dello studio di Alberto Alpago Novello, Ottavio Cabiati e Guido Ferrazza, per poi subentrare come prosecutore delle opere di Cabiati dopo la sua morte nel 1956.[1]
Collaborò con l'arcidiocesi di Milano, fu componente della commissione diocesana di arte sacra, per la quale disegnò arredi sacri, e fu molto attivo soprattutto nella progettazione di edifici religiosi, come chiese e complessi parrocchiali. Tra le realizzazioni a Milano si ricordano il centro parrocchiale della Santissima Trinità (1960-1967), la chiesa dei Santi Silvestro e Martino (1965-1974) a Niguarda, il rifacimento della chiesa di Santa Francesca Romana (1960-1967) e della chiesa di Santa Maria al Naviglio (1962-1977); mentre nell'area metropolitana meneghina progettò il complesso della parrocchia di Santa Valeria (1968), le chiese di San Giovanni Bosco e della Beata Vergine Addolorata (1961-1963), l'ampliamento del cimitero maggiore, il rifacimento della basilica collegiata di San Giuseppe (1960-1975) e della torre del Barbarossa (1963) a Seregno; la chiesa di Santo Stefano protomartire (1968-1969) a Monvalle;[2] altri edifici religiosi a Bergamo (1955-1958), Busto Arsizio (1967-1972), Casteggio (1963-1964), Trezzo sull'Adda (1966-1969), Vittuone (1966-1967), Montesiro e Montevecchia.[1]
Espose più volte alla Triennale di Milano.[1] Secondo il Centro di alti studi di arti visive di Milano, nelle opere di Brambilla degli anni sessanta «le strutture portanti in calcestruzzo armato rivestite con intonaci decorativi o con lastre di ceppo lombardo caratterizzano un linguaggio evidente e ritmico».[1][3][4]
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