Luigi Brambilla

In questo articolo ci addentriamo nell’affascinante mondo di Luigi Brambilla, esplorandone le molteplici sfaccettature, il suo impatto sulla società, la sua evoluzione nel tempo e la sua rilevanza nel contesto attuale. Dalle origini ad oggi, Luigi Brambilla ha rivestito un ruolo fondamentale in diversi ambiti, generando dibattiti, riflessioni ed emozioni tra chi l'ha vissuta. Attraverso un'analisi dettagliata, esamineremo la sua influenza sulle diverse culture, la sua importanza nella storia e la sua proiezione nel futuro. Non importa se Luigi Brambilla è una persona, un argomento, una data o qualsiasi altro elemento, perché il suo significato trascende i confini e apre infinite possibilità per comprenderne l'essenza e il suo impatto sul mondo che ci circonda.

Luigi Brambilla (Milano, 13 giugno 1909Milano, 28 dicembre 1977) è stato un architetto italiano.

Biografia

Laureatosi in architettura al Politecnico di Milano nel 1938, iniziò a lavorare come associato dello studio di Alberto Alpago Novello, Ottavio Cabiati e Guido Ferrazza, per poi subentrare come prosecutore delle opere di Cabiati dopo la sua morte nel 1956.[1]

Collaborò con l'arcidiocesi di Milano, fu componente della commissione diocesana di arte sacra, per la quale disegnò arredi sacri, e fu molto attivo soprattutto nella progettazione di edifici religiosi, come chiese e complessi parrocchiali. Tra le realizzazioni a Milano si ricordano il centro parrocchiale della Santissima Trinità (1960-1967), la chiesa dei Santi Silvestro e Martino (1965-1974) a Niguarda, il rifacimento della chiesa di Santa Francesca Romana (1960-1967) e della chiesa di Santa Maria al Naviglio (1962-1977); mentre nell'area metropolitana meneghina progettò il complesso della parrocchia di Santa Valeria (1968), le chiese di San Giovanni Bosco e della Beata Vergine Addolorata (1961-1963), l'ampliamento del cimitero maggiore, il rifacimento della basilica collegiata di San Giuseppe (1960-1975) e della torre del Barbarossa (1963) a Seregno; la chiesa di Santo Stefano protomartire (1968-1969) a Monvalle;[2] altri edifici religiosi a Bergamo (1955-1958), Busto Arsizio (1967-1972), Casteggio (1963-1964), Trezzo sull'Adda (1966-1969), Vittuone (1966-1967), Montesiro e Montevecchia.[1]

Espose più volte alla Triennale di Milano.[1] Secondo il Centro di alti studi di arti visive di Milano, nelle opere di Brambilla degli anni sessanta «le strutture portanti in calcestruzzo armato rivestite con intonaci decorativi o con lastre di ceppo lombardo caratterizzano un linguaggio evidente e ritmico».[1][3][4]

Note

  1. ^ a b c d Brambilla Luigi, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 23 dicembre 2019.
  2. ^ Chiesa di Santo Stefano Protomartire <Monvalle>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 24 dicembre 2019.
  3. ^ Graziella Leyla Ciagà (a cura di), Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti, Centro di alti atudi sulle Arti visive/Soprintendenza archivistica della Lombardia e del Politecnico di Milano, 2003.
  4. ^ Brambilla, Luigi, su archivista.ingloba360.it. URL consultato il 24 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2019).

Bibliografia

  • Camillo Brambilla, Un ricordo dell'architetto Luigi Brambilla nel ventennale della morte, in «I Quaderni della Brianza», n. 116, 1998, pp. 21-28.
  • Melania Caldarini, Luigi Brambilla discepolo di Ottavio Cabiati, in Franco Cajani (a cura di), Ottavio Cabiati e il suo tempo, Besana Brianza, GR Edizioni, 1991, pp. 47-62.
  • Graziella Leyla Ciagà (a cura di), Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti, Centro di alti atudi sulle Arti visive/Soprintendenza archivistica della Lombardia e del Politecnico di Milano, 2003.

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN199672590 · GND (DE188458778