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Kimberlé Williams Crenshaw (Canton, 5 maggio 1959) è una giurista e attivista statunitense, nota per aver introdotto il concetto di intersezionalità.
Nata in Ohio da Marian e Walter Clarence Crenshaw, Jr., dopo essersi diplomata alla scuola superiore McKinley, ha frequentato l'Università Cornell, dove si è laureata nel 1981 in scienze politiche e in africanistica. Nel 1984 ha conseguito il dottorato professionale alla facoltà di legge di Harvard, mentre nel 1985 ha ottenuto un master all'Università del Wisconsin-Madison ed è stata praticante assistendo il giudice della corte suprema del Wisconsin Shirley Abrahamson[1]. Entrata nel 1986 alla facoltà di giurisprudenza dell'Università della California di Los Angeles, è stata tra i pionieri della teoria critica della razza[2] e, nel 1989, ha introdotto il concetto di intersezionalità come ipotesi sociologica[3].
È stata membro del gruppo di strategia domestica dell'istituto Aspen (finanziato fra gli altri dalla Rockefeller Foundation) dal 1992 al 1995, anno in cui è stata nominata professoressa ordinaria all'Università Columbia; nel 1996 ha contribuito a fondare il Forum per le politiche afroamericane, per sottolineare la centralità del genere nel discorso della giustizia razziale[4]. Nel 2011 ha fondato il centro per l'intersezionalità e gli studi di politiche sociali (CISPS), che attualmente dirige. Inoltre è stata membro del comitato per la ricerca sulla violenza contro le donne della Fondazione nazionale delle scienze[5]. I suoi ambiti di competenza sono il diritto costituzionale, i diritti civili, la teoria critica della razza, l'intersezionalità e la dottrina femminista nera.
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