Oggi daremo uno sguardo a Iperbole (figura retorica), un argomento che ha catturato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Fin dalla sua nascita, Iperbole (figura retorica) ha avuto un impatto significativo su diversi aspetti della società, provocando dibattiti, controversie e cambiamenti significativi. Nel corso degli anni, Iperbole (figura retorica) si è evoluto e si è adattato alle mutevoli circostanze, mantenendo la sua rilevanza in diversi ambiti della vita. In questo articolo esploreremo la storia, l'impatto e il futuro di Iperbole (figura retorica), osservando come ha plasmato e continuerà a plasmare il mondo in cui viviamo.
L'iperbole (dal greco antico: ὑπερβολή?, hyperbolḗ, "eccesso") è una figura retorica che consiste nell'esagerare la descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto.[1]
Troviamo numerose iperboli in Arietta, un poema di Arnaut Daniel:
Un esempio è nel brano di Ariosto che parla di come Angelica fugge da Rinaldo:
In Nanà, Delacorta inserisce questa metafora iperbolica:
L'iperbole presuppone la "buona fede" di chi la usa: non si tratta infatti di un'alterazione della realtà al fine di ingannare[2][3] ma, al contrario, allo scopo di dare credibilità al messaggio attraverso un eccesso nella frase che imprima nel destinatario il concetto che si vuole esprimere[4][5]
Un'iperbole che ha forma di paradosso è l'adynaton.[6] La figura retorica contraria dell'iperbole è l'understatement.
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