In questo articolo analizzeremo l'impatto di Il disagio della civiltà nella società odierna, esplorandone le implicazioni in diversi ambiti. Il disagio della civiltà è stato oggetto di ricerca e dibattito negli ultimi anni e la sua influenza è evidente in settori quali la tecnologia, la politica, la cultura e l'economia. Attraverso questa analisi cercheremo di comprendere fino a che punto Il disagio della civiltà ha trasformato il nostro modo di pensare, interagire e vivere nel mondo contemporaneo. Allo stesso modo, esamineremo le sfide e le opportunità che Il disagio della civiltà presenta per il futuro, tenendo conto delle diverse prospettive e opinioni sull’argomento.
Il disagio della civiltà | |
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Titolo originale | Das Unbehagen in der Kultur |
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Autore | Sigmund Freud |
1ª ed. originale | 1930 |
1ª ed. italiana | 1949 |
Genere | Saggio |
Lingua originale | tedesco |
Il disagio della civiltà è un libro di Sigmund Freud. Scritto nel 1929, fu pubblicato la prima volta in tedesco nel 1930 come Das Unbehagen in der Kultur ("L'infelicità nella civiltà") e, sempre lo stesso anno, in inglese col titolo Civilization and Its Discontents ("Civiltà e le sue insoddisfazioni")[1].
Esplorando quel che Freud individua come l'importante scontro tra l'ardente desiderio per l'individualità e le confliggenti aspettative della società, il libro è considerato uno dei suoi scritti più rilevanti e letti, descritto nel 1989 dallo storico Peter Gay come uno dei più influenti e studiati libri nel campo della moderna psicologia.
In questo saggio sociopolitico, Sigmund Freud propone il suo punto di vista mettendo in luce la tensione fondamentale tra la civiltà e l'individuo. L'attrito principale, afferma, nasce dalla ricerca, da parte dell'individuo, della libertà istintiva mentre la civiltà tende a richiedere l'esatto contrario ovvero una limitazione della libertà istintuale degli individui che la compongono. Molti istinti primitivi e per nulla sopiti degli esseri umani quali l'aggressività, il desiderio di appagamento sessuale ecc. possono diventare pesantemente dannosi per gli equilibri di una comunità umana. Perciò la società crea leggi che mettono severamente sotto controllo l'uccisione, lo stupro e l'adulterio, e prevede punizioni anche molto severe per chi viola tali norme. Questo processo, sostiene Freud, è una caratteristica intrinseca e necessaria della civiltà che inevitabilmente però genera sentimenti di insoddisfazione perpetua nei suoi cittadini.
La teoria esposta da Freud nell'opera si basa dunque sull'affermazione secondo cui gli esseri umani sono spinti ad agire da certi istinti caratteristici che sono innati ma che devono essere messi sotto controllo. La repressione di tali istinti permette una vita sociale equilibrata ma genera frustrazione nei singoli individui poiché essi tendono a seguire il principio di piacere, e tale principio, di natura esclusivamente egoistica, è soddisfatto dagli istinti.
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