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Beato Gregorio Chirivás Lacambra | |
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Religioso e martire | |
Nascita | Siétamo, 24 aprile 1880 |
Morte | Barbastro, 12 agosto 1936 (56 anni) |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 ottobre 1992 |
Santuario principale | Mausoleo dei Martiri nella casa museo dei clarettiani di Barbastro |
Ricorrenza | 12 agosto |
Gregorio Chirivás Lacambra C.M.F. (Siétamo, 24 aprile 1880 – Barbastro, 12 agosto 1936) è stato un religioso spagnolo, martirizzato a Barbastro durante la Guerra civile spagnola e venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Nacque ad Siétamo, un piccolo centro non distante da Huesca nella regione dell'Aragona. La sua famiglia viveva in una casa cantoniera perché il padre era stradino. A causa di una malattia del padre la famiglia dovette traslocare a Barbastro, presso dei parenti. A Barbastro conobbe i padri Scolopi e i missionari clarettiani. Dopo poco tempo perse entrambi i genitori e all'età di dodici anni chiese l'ammissione nel seminario di Barbastro come fratello coadiutore. Prestò la sua opera come sarto e sacrestano a Cervera, Alagón e Barbastro. Di carattere semplice e allegro, assisteva con sollecitudine coloro che avevano necessità dei suoi servizi.[1]
Gregorio si trovava nel seminario di Barbastro quando scoppiò la guerra civile. Venne arrestato il 20 luglio del 1936 e recluso nel salone dei padri Scolopi. Venne fucilato la mattina del 12 agosto sul ciglio di una strada fuori città. Insieme a cinque compagni, fece parte del secondo gruppo di clarettiani di Barbastro che subirono il martirio. I loro corpi sono stati gettati in una fossa comune. [2][3]
Dopo la guerra i resti dei martiri furono riesumati e si possono venerare oggi nella cripta della casa museo a Barbastro. Nel 2013 è uscito un film sulla vicenda intitolato "Un Dios prohibido" per la regia di Pablo Moreno.[4]
La beatificazione avvenne a Roma, ad opera di Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1992. La Chiesa cattolica lo ricorda il 12 agosto.[5]