Nel mondo di oggi, Gioacchino Luigi Mellucci è diventato sempre più rilevante in diversi ambiti della società. Dal suo impatto sull'economia alla sua influenza sulla vita di tutti i giorni, Gioacchino Luigi Mellucci è diventato un argomento di costante interesse e dibattito. La sua importanza risiede nella sua capacità di influenzare il modo in cui persone, aziende e istituzioni affrontano diverse sfide e opportunità. In questo articolo esploreremo i vari aspetti legati a Gioacchino Luigi Mellucci, dalla sua origine ed evoluzione fino alle sue potenziali conseguenze e benefici. Attraverso un'analisi dettagliata, cercheremo di capire come Gioacchino Luigi Mellucci sta plasmando il mondo oggi e come può influenzare il futuro.
Questa voce o sezione sull'argomento ingegneri italiani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Nato da una nobile famiglia comitale, ramo dei Caracciolo, distintasi[2] nelle lotte risorgimentali[3]: il padre Pasquale[4] fu sindaco e legale del Comune di Curti e la madre, Adele Gaudiosi, era figlia del nobile Pasquale[5], primo consigliere provinciale di Pomigliano d'Arco . Trascorse la sua infanzia nel seicentesco palazzo di famiglia[6] a Napoli in via Stella n° 45, per poi trasferirsi agli inizi del 1924 nel quartiere Vomero, nel palazzo Mellucci[7] a monte al Petraio[8] da lui progettato[9].
La sua competenza[17] dell'uso del calcestruzzo armato[18] lo rese fin dai primi anni uno dei più importanti nomi del liberty napoletano[1] e gli valse la collaborazione con numerosi ingegneri e architetti dell'epoca, tra i quali Pier Luigi Nervi[19], Giuseppe Mannajuolo, Gio Ponti, Germano Ricciardi, Tancredi Zeni, Pasquale Borrelli e Gaetano Costa.
In quegli anni, oltre a Roma, a Bologna e a Firenze, la sua opera si manifestò a Napoli soprattutto nel progetto e nella direzione dei lavori per il rifacimento del Palazzo Buono in via Toledo, futura sede de La Rinascente, e per la costruzione dell'Hotel Bertolini, delle Terme di Agnano, della Villa Frenna – Scognamiglio in via Domenico Cimarosa, del Palazzo Leonetti nel rione Amedeo e di vari palazzi situati in via dei Mille[14].
Nel 1920 divenne inoltre sindaco della Società Finanziaria Italiana di Napoli e della società conserviera Del Gaizo-Santarsiero & Co.[20], costituita in seguito alla fusione tra le società Del Gaizo e Santarsiero[21].
Da questo periodo la sua opera entrò nella fase della maturità con la progettazione e direzione dei lavori del Teatro Augusteo[22] (1926-1930) e della Funicolare Centrale (1928); i lavori furono svolti in collaborazione con la ditta Nervi[14] e Nebbiosi.
L'ultimo lavoro, incompiuto per motivi di salute, fu il Teatro Umberto I, ubicato in via Marchese Campodisola, presso piazza Bovio[23].
^abcdeMellucci, Gioacchino Luigi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 dicembre 2018.
^Carceri e galere politiche. Memorie del duca S. Castromediano Di Sigismondo Castromediano · 1895, p. 284.
^Napoli 1896 - 1918: La prima industrializzazione, su imprese.san.beniculturali.it, Ministero dei Beni Culturali. URL consultato il 13 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
Nicola Acanfora, Saggio sugli usi, i costumi e la storia dei comuni della città metropolitana di Napoli, Romagnano al Monte, Booksprint, 2019, ISBN9788824933971.
Francesca Caggiano, Giorgio Mellucci, Alfonso Ridola e l'albo scientifico-letterario-artistico "Il Manzoni": lettera inedita, Napoli, Autorinediti, 2015.
Francesca Castanò, Ornella Cirillo, La Napoli alta. Vomero Antignano Arenella da villaggi a quartieri, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012, ISBN9788849522440.