In questo articolo approfondiremo il tema Evangelium vitae, esplorandone le diverse sfaccettature e la sua attualità. _Var1 è un argomento che ha suscitato grande interesse in diversi ambiti, dalla scienza alla cultura popolare, e il suo impatto è stato significativo sulla società. Nel corso della storia, Evangelium vitae ha avuto un ruolo fondamentale nella vita delle persone, influenzando le loro decisioni, le loro convinzioni e il loro modo di interagire con il mondo che le circonda. Inoltre, Evangelium vitae è stato oggetto di dibattito e analisi in numerose occasioni, il che ha contribuito ad arricchire la nostra comprensione di questo particolare problema. Nelle prossime righe esamineremo nel dettaglio i vari aspetti di Evangelium vitae e la loro importanza nel contesto attuale.
Evangelium vitae Lettera enciclica | |
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Pontefice | Papa Giovanni Paolo II |
Data | 25 marzo 1995 |
Anno di pontificato | XVII |
Traduzione del titolo | Il vangelo della vita |
Argomenti trattati | L'inviolabilità della vita umana |
Numero di pagine | 164 |
Enciclica papale nº | XI di XIV |
Enciclica precedente | Veritatis splendor |
Enciclica successiva | Ut Unum Sint |
La Evangelium vitae (queste due parole sono l'inizio del testo latino e si traducono: "il vangelo della vita") è una enciclica scritta da papa Giovanni Paolo II per esprimere la posizione della Chiesa cattolica sul valore e l'inviolabilità della vita umana. Venne promulgata il 25 marzo 1995. Per i temi trattati e per la sua completezza magisteriale questo documento si collega direttamente all'enciclica Humanae vitae, scritta da papa Paolo VI il 25 luglio 1968.
L'indice della Evangelium vitae (EV) è così strutturato:
Attraverso una panoramica iniziale sulle minacce alla vita umana nel passato e nel tempo presente, l'enciclica offre una breve storia dei passaggi biblici che condannano la soppressione della vita. Alla luce di questi passaggi l'enciclica prende direttamente in esame azioni specifiche, tra cui l'aborto (che viene definito, citando Tertulliano, "un omicidio anticipato per impedire a qualcuno di nascere", EV 61) e l'eutanasia (che Giovanni Paolo II chiama "preoccupante «perversione» della pietà", EV 66). L'enciclica condanna anche l'uso della pena di morte nel mondo contemporaneo, dato che non bisogna
L'enciclica analizza poi fattori sociali e culturali, sottolineando l'importanza di una società costruita attorno alla famiglia, piuttosto che al desiderio di una sempre maggiore efficienza, e sottolineando l'impegno di farsi carico dei poveri e dei malati.
Questa enciclica, essendo parte integrante del magistero papale, contiene insegnamenti di dottrina cattolica espressi in maniera infallibile. Ci sono anche tre passaggi che si esprimono in maniera più solenne e apodittica su specifiche questioni di morale. La maggior parte dei teologi cattolici, considerandone il tenore verbale diretto e solenne, valutano questi tre passaggi come pronunciamenti infallibili, nei quali la Chiesa, per mezzo del papa, impegna nel massimo grado la propria autorevolezza.
Il primo passo riguarda l'omicidio:
Il secondo è sull'aborto:
Il terzo riguarda l'eutanasia:
La maggior parte dei teologi cattolici sono concordi nel considerare infallibili questi insegnamenti sull'immoralità dell'omicidio, dell'aborto procurato e dell'eutanasia. Altri teologi ne accettano l'infallibilità, ma sostengono che questi insegnamenti non sono esempi dell'infallibilità papale, quanto piuttosto esempi dell'infallibilità del magistero ordinario e universale della Chiesa (quando cioè tutti i vescovi dispersi nel mondo sono concordi nel ritenere infallibile una certa dottrina).
Alcuni punti di vista a questo riguardo:
D'altra parte, i teologi radicali che non credono nel concetto di infallibilità (come Hans Küng) non accettano che questo insegnamento - o qualunque altro - sia infallibile. Tuttavia questa visione non può essere propriamente chiamata una visione "cattolica", perché essa richiede di rigettare non solo l'infallibilità papale ma anche l'infallibilità dei concili, dato che l'infallibilità papale è stata solennemente proclamata dal Concilio Vaticano I. Effettivamente Hans Küng ha esplicitamente negato tutte le forme dell'infallibilità della chiesa che sono affermate dai teologi cattolici.
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