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Ettore Caccia (Brescia, 10 febbraio 1925 – Venezia, 31 dicembre 1973) è stato un critico letterario e italianista italiano.
Nato a Brescia da genitori originari di Mantova, Ettore Caccia si avviò agli studi classici nel liceo ginnasio «Arnaldo da Brescia». Proseguì la formazione umanistica presso la facoltà di lettere dell'università di Padova, dove nel 1948 conseguì la laurea in lettere.
Iniziò la sua attività di docente in alcune scuole d'istruzione secondaria. Dal 1955, nell'università «Ca' Foscari» di Venezia, fu assistente alla cattedra di Mario Marcazzan.[1] Nella stessa università, nel 1959 conseguì la libera docenza e, dal 1964, insegnò lingua e letteratura italiana moderna e contemporanea, come incaricato. Nel 1970 ottenne la qualifica di "ordinario" per la medesima cattedra e nel giugno del 1973, sei mesi prima della sua morte, fu nominato preside della facoltà di lingue.[2]
Esercitò la sua critica letteraria soprattutto su testi del diciannovesimo secolo, con particolare attenzione ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni, a Niccolò Tommaseo, a Giovanni Verga, a Luigi Capuana, a Giosuè Carducci e ad altri grandi rappresentanti della letteratura italiana dell'Ottocento. Notevole anche la sua lettura critica di vari canti della Divina Commedia. Tra i profili curati per la collana «Letteratura italiana» della Marzorati, non poteva mancare quello dedicato da Ettore Caccia a Mario Marcazzan[3]
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