Attualmente Enrico Altavilla è un argomento che ha acquisito grande rilevanza in vari ambiti della società. Dalla politica alla cultura popolare, Enrico Altavilla è diventato un punto di costante interesse e dibattito. Nel corso del tempo, l’interesse per Enrico Altavilla è aumentato, portando a ricerche più approfondite e alla nascita di discussioni sulla sua importanza e sulle sue ripercussioni. In questo articolo esploreremo diverse prospettive e approcci legati a Enrico Altavilla, in modo da offrire una visione più ampia e dettagliata su questo argomento oggi così attuale.
Enrico Altavilla | |
---|---|
![]() | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | avvocato e docente universitario |
Enrico Altavilla (Aversa, 27 gennaio 1883 – Napoli, 5 febbraio 1968) è stato un giurista italiano, caposcuola della psicologia giuridica italiana[1], che ha partecipato ai lavori della Consulta Nazionale.
Presso l'Università Federico II di Napoli, dove si era laureato in giurisprudenza, ha insegnato diritto e procedura penale, poi anche unitamente all'antropologia criminale.
Ebbe come maestri Napoleone Colajanni e Cesare Lombroso, personaggi ai quali dedicò il suo primo lavoro pubblicato nel 1907.
Nel 1925 ha dedicato al tema della psicologia giudiziaria un importante trattato, che di fatto dava il via agli studi sulla psicologia della testimonianza, segnalandovi tra l'altro - dopo aver sviluppato l'opinione sulla «scarsa attendibilità del fanciullo testimone», dovuta ad una serie di fattori, quali la tendenza a collocare le informazioni precedenti nelle sue percezioni, la predisposizione a completare il quadro della realtà con l'immaginazione, la disattenzione sulla scorta di un processo cognitivo più imperniato dell'attenzione per l'oggetto e la suggestionabilità (all'adulto che domanda risponde ciò che questi si attende da lui) - le «ancora attuali» regole da seguire durante l'interrogatorio di un bambino: fargli il minor numero di domande possibili; consentirgli la narrazione libera; porgli quesiti chiari e non suscettibili di recare né suggerimenti né il proprio retropensiero; approfondire le sue risposte monosillabiche (a volte date indifferentemente); non sforzarlo per ottenere descrizioni più particolareggiate; non intimorirlo[2].
È stato eletto alla Consulta Nazionale, di cui ha fatto parte dal 25 settembre 1945 al 24 giugno 1946.
Socio dell'Accademia Pontaniana, ha scritto anche numerosi saggi biografici su giuristi e crimonologi, quali Enrico Ferri, Alfredo De Marsico, Enrico De Nicola, Enrico Pessina e Alfredo Niceforo.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 95328832 · SBN RAVV012654 · BAV 495/322026 · LCCN (EN) n95086300 · GND (DE) 1055306161 · BNF (FR) cb12347587r (data) |
---|