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Concilio di Roma del 465 | |
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Concilio delle Chiese cristiane | |
Data | 19 novembre 465 |
Accettato da | cattolici e ortodossi |
Convocato da | Papa Ilario |
Presieduto da | Papa Ilario |
Partecipanti | 49 vescovi |
Argomenti | norme sulle ordinazioni episcopali e sulle nomine dei vescovi |
Il concilio di Roma fu tenuto il 19 novembre 465 nella basilica di Santa Maria Maggiore, sotto la presidenza di papa Ilario.
Il concilio romano del 465 fu occasionato da una controversia sorta nella Chiesa spagnola. Nel 464 i vescovi della provincia ecclesiastica di Tarragona si erano riuniti in sinodo alla guida del metropolita Ascanio di Tarragona ed avevano affrontato due problemi, per i quali i padri sinodali avevano richiesto il parere del vescovo di Roma.
Il primo riguardava l'atteggiamento del vescovo Silvano di Calahorra il quale, senza tener conto delle regole ecclesiastiche, aveva ordinato diversi vescovi senza consultare il metropolita e senza la presenza richiesta di altri vescovi consacranti, ed aveva anche consacrato un prete non appartenente alla sua provincia ecclesiastica. Il sinodo chiese a Roma che atteggiamento assumere nei confronti di Silvano e dei vescovi da lui consacrati.
Il secondo problema riguardava invece il vescovo Nundinario di Barcellona; questi, sul letto di morte, aveva espresso il desiderio che fosse scelto come suo successore Ireneo, che lui stesso aveva consacrato corepiscopo di una città della sua diocesi. Il sinodo di Tarragona ratificò questo desiderio; tuttavia i vescovi vollero avere l'approvazione della sede di Roma, e nella lettera inviata al pontefice[1] segnalarono come spesso si presentavano casi simili di un vescovo che suggeriva la nomina del suo successore, prassi evidentemente diffusa in tutta la Spagna.
Il concilio fu riunito da papa Ilario nella basilica di Santa Maria Maggiore il 19 novembre 465, alla presenza di 48 vescovi. Dopo la lettura delle missive della Spagna, l'assemblea approvò cinque canoni:[2]
In conformità ai canoni approvati dall'assemblea, papa Ilario scrisse due lettere ai vescovi della provincia di Tarragona,[4] in cui il pontefice espresse le sue posizioni sulle questioni spagnole:[5]
Le firme conciliari indicano che, oltre a papa Ilario, al concilio presero parte 49 vescovi. Il seguente elenco è quello riportato da Giovanni Domenico Mansi nella sua Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio[6], che riproduce nell'ordine le firme dei segnatari della lettera sinodale: