Busa di Canosa di Puglia

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Busa di Canosa in un codice miniato francese (XV secolo) del De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio

Paulina Busa (... – III secolo a.C.) è stata una nobile romana di Canosa di Puglia.

Biografia

Nella battaglia di Canne del 216 a.C., i romani subirono una terribile sconfitta ad opera dei cartaginesi condotti da Annibale: secondo Tito Livio, comportò l'uccisione di oltre 55.000 soldati romani.

Circa 10.000 uomini, in tempi diversi, riuscirono però a fuggire, percorrendo di notte strade secondarie; i fuggitivi arrivarono a Canosa in condizioni critiche, senza cibo, senza vestiti, senza cure e senza armi.

Busa venne loro in soccorso, e fornì a questi soldati il necessario ospitandoli in casa sua. Si fece assistere da medici e si prese cura dei feriti.

Nella cultura successiva

Giovanni Boccaccio la cita nel suo libro sulle donne illustri "De mulieribus claris".

Viene considerata, come si apprende da una citazione orale e scritta più volte menzionata nei vari pubblici interventi della già Presidente Regionale CRI Puglia ( gennaio 2013- aprile 2016 ) prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi, studiosa della materia, una anticipatrice della Croce Rossa duemila anni prima della battaglia di Solferino e San Martino. La studiosa sottolinea, insieme ad altri esperti, come la Puglia sia stata anche la terra di origine in linea paterna di Ferdinando Palasciano, grande precursore della Croce Rossa.

A Canosa di Puglia è ancora presente un rudere di un'abitazione romana in pieno centro cittadino, che secondo la tradizione corrisponderebbe all'abitazione di Busa.[1]

Note

  1. ^ CANUSIUM - CANOSA (Puglia), su romanoimpero.com. URL consultato il 10 febbraio 2025.

Bibliografia

  • Pasquale Ieva, Busa canusina: storia, letteratura, leggenda, in Aa.Vv., Canosa. Settimana della cultura 2007, 12-20 maggio 2007, a cura di L. Bertoldi Lenoci, Edizioni Pugliesi, Martina Franca (TA) 2007.
  • Nunzio Jacobone: Un’antica e grande città dell’Apulia, Canusium: ricerche di storia e di topografia, Lecce 1925.
  • Paolo Rumiz, Annibale