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Apollonio di Perga (in greco antico: Ἀπολλώνιος ὁ Περγαῖος?, Apollṓnios ho Pergaîos; in latino Apollonius Pergaeus; Perga, 262 a.C. – Alessandria d'Egitto, 190 a.C.) è stato un matematico e astronomo greco antico, famoso per le sue opere sulle sezioni coniche e l'introduzione, in astronomia, degli epicicli e deferenti.
Fu attivo tra la fine del III e l'inizio del II secolo a.C., ma le scarse testimonianze sulla sua vita rendono impossibile una migliore datazione e date specifiche (come quelle in RE, 151) devono essere intese solo in senso puramente speculativo[1][2].
Fu Apollonio, inoltre, che diede alla ellisse, alla parabola e alla iperbole i nomi con i quali da allora queste curve sono identificate.
Le notizie sulla sua vita sono molto scarse e controverse. Nacque a Perga, ma si spostò ad Alessandria d'Egitto, dove compose una prima versione delle Coniche, che egli stesso in seguito definì troppo affrettata.[3] Visitò Efeso e Pergamo e qui conobbe il matematico Eudemo da Pergamo, al quale poi inviò i primi tre libri rivisti delle Coniche.[3]
Di lui sopravvivono solo due opere:[3]
Di altre opere, perdute, restano solo i titoli:[3]
Si sa inoltre che scrisse a proposito dell'elica cilindrica, del confronto tra dodecaedro e icosaedro, dei limiti di pi greco.[3]
Apollonio utilizzò le sue conoscenze geometriche anche per una applicazione pratica, la costruzione di una meridiana in cui l'ombra viene valutata su una superficie conica in modo da fornire una accuratezza maggiore delle meridiane con superficie piana.
Il carattere innovativo della sua metodologia e della sua terminologia, specialmente nell'area delle sezioni coniche, hanno influenzato molti studiosi dei secoli successivi e tra questi Tolomeo, Keplero, Pierre de Fermat, Cartesio e Isaac Newton.
A lui sono attribuiti anche le ipotesi delle orbite eccentriche, o in altri termini, le ipotesi di deferenti ed epicicli, con le quali spiegare il moto apparente dei pianeti, la velocità variabile della Luna e la variazione di luminosità degli astri.[4]
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