Nell'articolo di oggi esploreremo l'affascinante mondo di Anconetta, un argomento che da tempo cattura l'attenzione della società. Che sia per il suo impatto sulla storia, per la sua rilevanza oggi o per il suo potenziale futuro, Anconetta ha suscitato un interesse costante in diversi ambiti ed è stato oggetto di numerosi dibattiti e studi. In questo articolo cercheremo di analizzare diversi aspetti legati a Anconetta, dalla sua origine alle sue possibili implicazioni future, con l'obiettivo di offrire una visione completa di questo appassionante argomento.
Anconetta è una frazione del comune di Vicenza appartenente alla quarta circoscrizione.
La frazione (anche se ormai, dopo lo sviluppo urbano che l'ha unita alla città, tecnicamente è un quartiere) si sviluppa principalmente lungo viale Anconetta, arteria trafficata - tratto urbano della Strada statale 53 Postumia - che porta, tra l'altro, al casello autostradale di Vicenza Nord.
Toponimi
Viale Anconetta. Il toponimo, diminutivo di "ancona", deriva da una piccola tavola dipinta con l'immagine della Madonna che tiene in braccio il Bambino, ora conservata nella chiesa parrocchiale[1].
Via dei Camaldolesi indica il fatto che, un tempo, esisteva un convento di quest'ordine.
Via Nicolosi deriva il nome dal casato della famiglia che un tempo fu proprietaria della villa Imperiali
Via Cul de ola. Il termine "cul" indica una strada cieca, e "ola" il fatto che in questo posto probabilmente un tempo esisteva una fabbrica di pentole[2]
Storia
L'origine del nome e dell'antica cappella costruita nell'abitato lungo la via Postumia nel 1606 è raccontata dallo storico vicentino Francesco Barbarano:
"Alcune divote persone tribolate si raccomandarono ad una immagine della B.V. che appesa stava sopra un albero vicino alla strada, implorando il divino aiuto; piacque alla Madre di grazie di esaudirle; perilché ciò divulgatosi, cominciò subito tanto concorso di popolo e di limosine, onde in breve Gio. Battista Imperiale, medico e nobile vicentino, padrone di quel fondo, con la debita licenza fabbricò una Cappella, nella quale fu la predetta sacra immagine collocata; e perché fosse con quotidiane Messe venerata, data fu alli Monaci Camaldolesi; sebbene poi dal detto Imperiale che se ne riservò il Juspatronatus, levata gli fu per urgenti cause. Ora questa Cappella è tutta spallierata di voti offerti da persone beneficiate per intercessione della B.V."[3].
Luoghi d'interesse
L'attuale chiesa parrocchiale, dedicata all'Immacolata di Lourdes, è stata edificata nel 1908[4].
Fu fatta costruire nel 1681 da Giovanni Battista Imperiali - figlio di Gabriele e pronipote dell'omonimo medico vicentino - dal capomastroCarlo Borella[5]. Successivamente passò alle famiglie Nicolosi, Stecchini, Miari, Scarono e infine Trevisan Lampertico[6].
Il corpo padronale è affiancato da brevi ali arretrate, che proseguono in barchesse più avanzate; è formato da tre piani, suddivisi in tre parti nella facciata principale. Il tetto è coronato da un timpano con cornice a dentelli e da una successione di statue e vasi. Nel piano terra ricoperto da bugnato si apre l'ingresso centinato al centro di sei finestre rettangolari a spigolo vivo. Al centro del piano nobile tre finestre con balaustra, affiancate da altre quattro con timpano triangolare.
All'interno la sala d'ingresso è affiancata da quattro sale angolari; sul fondo le scale a doppia rampa. Molti ambienti con soffitti a travature sono decorati da stucchi. Sull'imponente camino del salone principale vi sono la data di costruzione dell'edificio e lo stemma della famiglia Imperiali.
Le barchesse sono precedute da portici con imponenti arcate. Alla villa, circondata da un ampi parco, si accede attraverso un cancello con pilastri che sorreggono statue settecentesche[7].