Al giorno d'oggi, Zavorra è un argomento che ha catturato l'attenzione di molte persone in tutto il mondo. Con la sua rilevanza e il suo impatto sulla società, Zavorra è diventato un punto di interesse per industrie, governi e accademici. Dalla sua nascita fino alla sua evoluzione attuale, Zavorra è stato oggetto di studio, dibattito e innovazione, portando ad una maggiore conoscenza e comprensione della sua importanza. In questo articolo esploreremo le diverse sfaccettature di Zavorra, analizzando il suo impatto su vari aspetti della vita quotidiana e la sua influenza sullo sviluppo futuro.
La zavorra è una massa installata su una imbarcazione, un veicolo, un velivolo o altro mezzo di trasporto, con varie finalità[1][2].
Alcune possono essere[3]:
Per questa funzione vengono impiegati materiali ad alta densità e nel contempo economici, soprattutto piombo.
Una zavorra, in genere blocchi di cemento, sabbia o pietrame, è collocata nella sentina (la parte inferiore della stiva) per abbassare il centro di massa e stabilizzare lo scafo. Senza questa zavorra, nelle imbarcazioni a vela il vento laterale potrebbe portare al rovesciamento dello scafo. Nelle navi mercantili, la massa del carico caricato sui ponti superiori innalzerebbe troppo il baricentro favorendo anche in questo caso il rovesciamento.
In alcune imbarcazioni viene usata come zavorra l'acqua di mare, fatta entrare attraverso apposite valvole in un compartimento dedicato. In questo modo è possibile regolarne l'entità in funzione del carico trasportato[4].
Nei sommergibili appositi vani dello scafo possono essere allagati con acqua di mare o svuotati pompandovi aria compressa per variare la densità della nave e determinare la sommersione o l'emersione[5].
Negli aerei una zavorra, spesso in uranio impoverito, è installata nella coda per controbilanciare le masse dei motori e altre strutture presenti a prua[6][7].
Nelle macchine operatrici e nelle gru sono montati blocchi di zavorra per equilibrare la massa del carico trasportato.
I sommozzatori ed i palombari indossano cinture o scarpe piombate per vincere la spinta di Archimede e rimanere immersi[8].
Nei primi palloni aerostatici ad idrogeno venivano caricati a bordo sacchi di sabbia come zavorra. Per compensare la continua perdita di gas o per salire di quota, veniva lentamente scaricata una opportuna quantità di sabbia[9][10].