Nel mondo di oggi, Vir illustris ha acquisito una rilevanza senza precedenti. Conosciuto per il suo impatto su vari aspetti della società, Vir illustris ha catturato l'attenzione di accademici, esperti e grande pubblico. La sua influenza si estende ad ambiti quali l’economia, la politica, la tecnologia, la cultura e la vita quotidiana. Poiché Vir illustris continua a essere oggetto di analisi e dibattito, è fondamentale comprenderne le implicazioni e le conseguenze ora e in futuro. In questo articolo esploreremo in dettaglio l'importanza e la portata di Vir illustris, nonché i suoi possibili effetti sulla società.
Il titolo vir illustris o vir inlustris ("uomo illustre") era usato nel tardo impero romano per indicare formalmente una persona appartenente ai ranghi più elevati dei senati di Roma e Costantinopoli.
Tutti i senatori romani della tarda antichità portavano il titolo di vir clarissimus, un uso che si era gradualmente sviluppato durante i primi due secoli.[1] Durante il quarto secolo, l'ordine senatorio si era enormemente espanso, tanto che il titolo era divenuto relativamente comune e nuovi titoli, quelli di vir spectabilis e vir illustris, furono introdotti per distinguere i senatori di alto rango.[2] Il primo uso registrato risale al 354 per il prefetto del pretorio.[3] Per alcuni decenni compare inconsistentemente, poi più regolarmente,[4] forse in concomitanza con la codifica formale degli onori operata sotto Valentiniano I nel 372.[5]
Le cariche che davano diritto a questo titolo cambiarono col tempo. Nella Notitia dignitatum (inizio del V secolo) compare in corrispondenza dei seguenti ufficiali:
Oltre ai precedenti, il titolo fu concesso frequentemente anche ai consoli,[7] e talvolta a ufficiali inferiori; in questi casi potrebbe trattarsi di un indizio dell'allargamento dei requisiti di concessione o meramente di una concessione su base personale.[8]
Gli illustres furono progressivamente considerati come la parte attiva del Senato romano e, per la metà del V secolo, non ci si attendeva più che gli spectabiles e i clarissimi partecipassero al senato.[9] All'epoca di Giustiniano I, i senatori erano definiti illustres;[10] Allo stesso tempo, il titolo di illustris aveva subito una svalutazione simile a quella di clarissimus nel IV secolo, e gli alti ufficiali erano ora indicati con i titoli vir gloriosus o gloriosissimus e vir magnificus.[11]
L'ortografia maggiormente diffusa nelle iscrizioni e nei manoscritti è "inlustris"[12] Poiché gli illustres provenivano tutti dai clarissimi, il titolo si trova frequentemente riportato nella forma vir clarissimus et illustris, in particolare nei documenti ufficiali.[13] Nel primo caso la forma abbreviata è v. i. (al plurale vv. ii.), v. inl. o vir inl., nel secondo v. c. et inl.[14]