Nel mondo di oggi, Tibia (anatomia) è diventato un argomento di grande rilevanza e interesse per un'ampia gamma di persone. Il suo impatto e la sua influenza coprono ambiti diversi, interessando sia la società nel suo insieme che aspetti più specifici della vita quotidiana. Fin dalla sua nascita, Tibia (anatomia) ha suscitato una serie di dibattiti e riflessioni sul suo significato, sulle sue implicazioni e sulle sue possibili conseguenze. In questo articolo esploreremo in modo approfondito il ruolo che Tibia (anatomia) gioca nel mondo contemporaneo, analizzando la sua rilevanza in diversi contesti e la sua influenza su diversi aspetti della vita moderna.
Tibia | |
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Ossificazione della tibia | |
Anatomia del Gray | (EN) Pagina 256 |
Tipo | lungo |
Identificatori | |
MeSH | A02.835.232.043.650.883 |
TA | A02.5.06.001 |
FMA | 24476 |
La tibia è un osso dei vertebrati. Si trova, assieme all'osso peroneale, nell'arto inferiore, al di sotto dell'articolazione del ginocchio, nel segmento anatomico che nell'uomo è conosciuto come gamba. Nell'uomo è più spessa e lunga del perone e si trova medialmente rispetto ad esso.
La tibia è il secondo osso dell'intero corpo umano per lunghezza (dopo il femore).
Si tratta di un osso lungo che si articola superiormente con il femore e la patella nell'articolazione del ginocchio, supero-medialmente con il perone così come infero-medialmente, ed inferiormente con l'astragalo.
Possiede due epifisi, delle quali la prossimale è più spessa e ampia rispetto alla distale.
L'epifisi prossimale della tibia è costituita da due condili, da un'eminenza intercondiloidea, dal tubercolo del Gerdy, dalla tuberosità tibiale e da due aree intercondiloidee.
Normalmente il margine laterale viene detto margine interosseo, poiché vi si inserisce la membrana interossea, che occupa lo spazio esistente tra tibia e perone. Posteriormente al condilo mediale si distingue un lieve solco, che da inserzione al tendine del muscolo semimembranoso.
Esaminando posteriormente la tibia, è inoltre possibile distinguere una cresta diretta inferolateralmente e che diventa impalpabile verso la metà dell'osso, è detta linea del soleo e può biforcarsi nel terzo superiore della diafisi. La diafisi della tibia, di sezione triangolare, è divisa fra tre margini (anteriore, mediale e interosseo ovvero laterale) nelle facce mediale, laterale e posteriore a superficie liscia. Il margine anteriore si porta inferiormente con un decorso leggermente sinuoso, per poi deviare medialmente nel terzo distale della diafisi raggiungendo il malleolo mediale, una prominenza ossea ben distinguibile nell'epifisi distale.
La faccia anteriore dell'epifisi distale della tibia è liscia, concava antero-posteriormente e latero-lateralmente, ma si innalza a diventare di nuovo convessa presso i suoi margini laterale e mediale. La faccia posteriore è ruvida e presenta medialmente un solco per i tendini del muscolo tibiale posteriore e del flessore lungo delle dita. La superficie inferiore dell'epifisi distale della tibia è quasi interamente occupata dalla faccetta articolare con l'astragalo, di forma quadrangolare dagli angoli arrotondati, concava in senso latero-laterale, e dalla superficie articolare del malleolo mediale, di forma triangolare dall'ampio apice arrotondato. Le due superfici sono disposte tra loro con un angolo non molto superiore a 90°. La faccia laterale dell'epifisi distale della tibia si articola con il malleolo laterale del perone. Lo spazio che si forma superiormente tra le due ossa è detto incisura fibulare.
Nel maschio, la sua direzione è verticale e parallela rispetto all'osso controlaterale, ma nella femmina ha una lieve obliquità verso il basso e lateralmente, per compensare la maggior obliquità del femore.
La vascolarizzazione arteriosa della tibia deriva da due vasi:[1]
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