In questo articolo esploreremo l'affascinante storia di Svāmin e il suo impatto sulla società odierna. Dalle sue umili origini fino alla sua rilevanza odierna, Svāmin ha svolto un ruolo cruciale in vari aspetti della vita quotidiana. Nel corso del tempo, Svāmin è stato oggetto di intensi dibattiti e ha ispirato innumerevoli ricerche, dimostrando la sua importanza in campi diversi come la scienza, la cultura, la politica e molti altri. Attraverso un'analisi dettagliata, esamineremo come Svāmin si è evoluto nel corso degli anni e come continua a plasmare il mondo che ci circonda.
Svāmin (devanāgarī: स्वामिन्; al nominativo singolare: svāmī, devanāgarī: स्वामी; diffuso anche nell'adattamento in anglosassone swami) è un titolo religioso sanscrito, appellativo maschile solitamente rivolto ai guru, ai maestri spirituali, ai ricercatori illuminati, ai sacerdoti, ad un brahmano particolarmente istruito, o un paṇḍit.
Si aggiunge al nome stesso della persona a cui è attribuita,[1] o in alcuni casi sostituendolo in toto.[2] Ha una connotazione mista di profondo rispetto e intimità, venerazione e amore al tempo stesso.
Lo Swami è solito indossare un telo attorno al collo di colore arancione, che sta a significare, secondo la tradizione indiana, il fuoco che ha bruciato tutto ciò che è appartenuto alla vecchia vita, e che in qualche modo, lascia spazio all'autentica natura di Sé.
Il termine svāmin può indicare nella lingua sanscrita anche un "signore", un "padrone", un "sovrano", un "re", un "principe", un "capo di un'armata", o, in qualità di epiteto, anche un dio come Śiva o Visnù.
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