Nell'articolo di SportWeek esploreremo un argomento che ha generato interesse e dibattito in vari ambiti della società. SportWeek si è rivelato nel tempo una figura/tema/data di grande attualità e importanza, con molteplici sfaccettature e aspetti che meritano di essere approfonditi. Dal suo impatto sulla cultura popolare alle sue implicazioni nella sfera sociale, SportWeek è stato oggetto di analisi e riflessione da parte di esperti e fan. Durante questo articolo esamineremo da vicino diversi aspetti relativi a SportWeek, con l'obiettivo di fornire una prospettiva completa e arricchente su questo argomento.
SportWeek | |
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Abbreviazione | SW |
Stato | Italia |
Lingua | Italiano |
Periodicità | Settimanale |
Genere | magazine |
Fondatore | Franco Bonera |
Fondazione | 12 febbraio 2000 |
Sede | Via Rizzoli 8, Milano |
Editore | RCS MediaGroup |
Diffusione cartacea | 196 554 (settembre 2015) |
Direttore | Pier Bergonzi[1] |
Sito web | gazzetta.it/sportweek |
SportWeek (abbreviato in SW) è un settimanale italiano a tema sportivo, allegato alla Gazzetta dello Sport con l'uscita del sabato.
Il primo numero fu pubblicato il 12 febbraio 2000 per sostituire La Gazzetta dello Sport Magazine (GM) – lanciato il 28 ottobre 1995 – quale supplemento del sabato al quotidiano, per volontà dell'allora direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavò:[2] ad apparire in copertina fu il calciatore brasiliano Ronaldo.[3] Dal marzo 2012 la rivista è liberamente acquistabile anche nel resto della settimana, senza abbinamento esclusivo col quotidiano.[4]
Incentrata in prevalenza sul mondo sportivo, la rivista – che nel corso degli anni ha subìto varie innovazioni grafiche e stilistiche –[4][5] presenta rubriche inerenti anche temi culturali e mediatici nonché aspetti mondani e medici.[4]
Dal 2 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 SportWeek collabora con DMAX alla realizzazione di Campioni Sempre[6], documentario curato da Matteo Dore (direttore della rivista) e consistente in monografie su vari atleti: Usain Bolt, Muhammad Ali, Mike Tyson, Serena e Venus Williams, Ian Thorpe.[6]