Śāntideva

(SA)

«ākāśasya sthitir yāvad yāvac ca jagataḥ sthitiḥ tāvan mama sthitir bhūyāj jagadduḥkhāni nighnataḥ»

(IT)

«Fino a quando esiste lo spazio e fino a quando il mondo esiste, possa io esistere per distruggere le sofferenze del mondo.»

Raffigurazione tibetana di Śāntideva

Śāntideva (Saurāṣṭra, 685? – India, 763?) è stato un monaco buddhista indiano, di scuola Mahāyāna Madhyamaka probabilmente Prāsaṅghika.

Il suo nome è riportato nel Canone buddista tibetano come ཞི་བ་ལྷ (Zhi ba lha). Nel Canone cinese viene invece indicato come 寂天 (Jítiān, giapp. Jakuten).

La vita secondo l'agiografia tibetana

Non si hanno notizie certe circa la vita di questo dottissimo monaco. Le notizie menzionate nelle sue biografie tibetane sono oggi considerate controverse.

La tradizione tibetana lo vuole nato nel 685 nella regione dell'India nordoccidentale denominata Saurāṣṭra (oggi Surāt nel Gujarat) figlio del re (rāja) Kalyāṅavarman (denominato anche Maňjuvarman). Fin da bambino ricevette da un asceta buddista itinerante gli insegnamenti del bodhisattva cosmico Mañjuśrī (sanscrito, Colui che affascina) che gli apparve nel momento in cui, morto il padre, doveva subentrargli sul trono. In quella occasione Mañjuśrī gli impose di rinunciare al mondo e farsi monaco buddista. Fuggito dal regno di Saurāṣṭra, Śāntideva raggiunse Nālandā dove il maestro priore Jayadeva lo ordinò monaco.

Duramente impegnato nello studio, di notte anziché dormire si mise a comporre due opere: il Śūtrasammuccaya e il Śikṣāmuccaya. Di giorno quindi si presentava perennemente assonnato guadagnandosi l'epiteto dispregiativo di bhusukupada (o bhusuku, monaco pigro: le iniziali bhu-su-ku indicano che è colui che pensa solo a mangiare, a dormire e a defecare).

Intenzionati per questo a cacciarlo dal monastero, gli altri monaci di Nālandā decisero di organizzargli un agguato: lo invitarono a pronunciare un discorso sul Buddismo su un trono che era stato eretto a un'altezza tale in modo che non potesse essere raggiunto. Miracolosamente Śāntideva si librò nell'aria e raggiunse il trono, da dove recito il Bodhicaryāvatāra (L'ingresso nelle attività dei bodisattva) la sua opera più importante. Giunto a un verso del nono capitolo Śāntideva scomparve e rimase solamente la sua voce che continuava a recitare il testo.

Finita la recitazione dell'opera si allontanò da Nālandā e raggiunse Kaliṅga dove intraprese la vita di asceta itinerante, vivendo nudo.

Fu raggiunto dai paṇḍita di Nālandā che lo invitarono a rientrare al monastero, ma Śāntideva rifiutò anche se diede loro delle istruzioni per recuperare nella sua vecchia cella monastica una copia scritta del Bodhicaryāvatāra.

(SA)

«evaṃ sarvam idaṃ kṛtvā yan mayāsāditaṃ śubham tena syāṃ sarvasattvānāṃ sarvaduḥkhapraśāntikṛt glānānām asmi bhaiṣajyaṃ bhaveyaṃ vaidya eva ca tadupasthāyakaś caiva yāvad rogāpunarbhavaḥ kṣutpipāsāvyathāṃ hanyām annapānapravarṣaṇaiḥ durbhikṣāntarakalpeṣu bhaveyaṃ pānabhojanam daridrāṇāṃ ca sattvānāṃ nidhiḥ syām aham akṣayaḥ nānopakaraṇākārair upatiṣṭheyam agrataḥ ātmabhāvāṃs tathā bhogān sarvatryadhvagataṃ śubham nirapekṣas tyajāmy eṣa arvasattvārthasiddhaye»

(IT)

«Con il bene acquisito compiendo tutto ciò come descritto possa io lenire la sofferenze di ogni essere vivente. Sono la medicina per il malato. Possa io essere e medico e infermiere finché la malattia non torni più. Possa io allontanare la pena della fame e della sete con piogge di cibo e bevande. Possa diventare io bevanda e cibo negli eoni intermedi di carestia. Possa io essere un tesoro inesauribile per gli esseri impoveriti. Possa io servirli con molteplici offerte. Ecco abbandono senza rimpianto la mia vita, i miei piaceri e i miei beni acquisiti in tutti e tre i tempi per realizzare il bene per ogni essere»

Della vita di questo autore buddista dell'VIII secolo non si conosce più nulla se non miracoli descritti come se fosse un siddha tantrico. Questo ha fatto ipotizzare che la figura agiografica di Śāntideva contenesse la biografia due distinte persone: l'autore madhyamaka e il siddha tantrico.

Opere

Śāntideva in una pittura del IX secolo

Sono tre le opere attribuite a Śāntideva:

Note

  1. ^ Mrozik Susanne. Śāntideva in Encyclopedia of Religion Vol. XII. NY, MacMillan, 2005, pag. 8109-10.
  2. ^ Kate Crosby e Andrew Skilton in Śāntideva Bodhicaryāvatāra. Roma, Ubaldini Editore, 1998, pag. 28:

    «Sulla base della coerenza interna, la recensione di Tun-huang può essere provvisoriamente identificata come più vicina alla composizione originale dell'attuale testo sanscrito, il quale come adesso si sa è stato rivisto ed ampliato da una o più mani posteriori, sebbene rimanga la vaga possibilità che la seconda recensione fosse una revisione dell'autore stesso»

  3. ^ Amalia Pezzali. Śāntideva in Enciclopedia delle Religioni vol. 10. Milano, Jaca Book, 2006, pag. 503.

Bibliografia

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