In questo articolo parleremo di Sedimento, un argomento che ha suscitato grande interesse oggi. Da diverse prospettive, Sedimento è diventato un punto focale per discussioni, dibattiti e riflessioni. La sua rilevanza ha trasceso diversi ambiti, generando un impatto sulla società, sulla cultura e sulla politica. Sedimento ha catturato l'attenzione di esperti, ricercatori, accademici e professionisti, che hanno dedicato tempo e sforzi per comprenderne l'importanza e l'impatto. Attraverso questo articolo cercheremo di approfondire i diversi aspetti che circondano Sedimento, fornendo un'analisi dettagliata che consenta ai nostri lettori di comprenderne la complessità e il significato.
Un sedimento è un accumulo di materiale solido sulla superficie terrestre (litosfera), derivato dall'azione di fenomeni e processi che agiscono nell'atmosfera, nell'idrosfera e nella biosfera (venti, variazioni di temperatura, precipitazioni meteoriche, circolazione delle acque superficiali e sotterranee, spostamenti di masse d'acqua in ambiente marino o lacustre, azione di agenti chimici, azione degli organismi viventi).
Il sedimento accumulato per azione combinata della gravità e del ruscellamento superficiale viene detto colluvium o sedimento colluviale, mentre quello accumulato dall'attività dei corsi d'acqua si dice anche alluvium.
Poiché la maggior parte dei processi sedimentari avvengono sotto l'azione della gravità, le aree rilevate della litosfera terrestre tendono ad essere soggette prevalentemente a fenomeni erosivi, mentre le zone depresse sono soggette prevalentemente a sedimentazione. Le depressioni della litosfera nelle quali vengono convogliati i sedimenti, si dicono bacini sedimentari. I bacini sedimentari sono tipicamente quelli marini (anche se vi possono essere fenomeni erosivi anche in ambiente subacqueo), mentre le terre emerse sono in gran parte soggette all'erosione (sebbene le parti più depresse, come laghi, pianure alluvionali, depressioni desertiche, possano costituire bacini sedimentari).
Il mare rappresenta il "richiamo" naturale di qualunque sedimento, per quanto lunga e tortuosa possa essere la fase di trasporto. Il livello del mare rappresenta il livello di base dell'erosione (cioè la superficie che separa un contesto prevalentemente erosivo, come le terre emerse, da uno prevalentemente sedimentario, come il fondo marino): le sue variazioni a piccola e grande scala influenzano quindi i processi erosivi e la sedimentazione, determinando i cicli sedimentari.
La classificazione dei sedimenti è molto complessa. Ne esistono diverse in base alla composizione, alla tessitura dei sedimenti, alla genesi e ai meccanismi deposizionali. In realtà, molto spesso le categorie delle classificazioni più utilizzate si ricoprono in parte, e la scelta su quali utilizzare è funzionale agli scopi dello studio.
La classificazione base è la seguente, che si riferisce fondamentalmente alla genesi e alla composizione dei sedimenti:
I sedimenti subiscono nel tempo una serie di eventi e trasformazioni definita ciclo sedimentario:
Un nuovo ciclo inizia con un fenomeno di emersione dovuto ad un abbassamento relativo del livello marino (dovuto a cause tettoniche o climatico-eustatiche). Quindi ciascun ciclo è delimitato alla base da una superficie di discontinuità (unconformity). L'insieme dei sedimenti compreso tra due unconformity si dice sequenza deposizionale. I cicli sedimentari possono essere a scala molto varia (dalla scala dell'affioramento a quella del bacino sedimentario) e rappresentare intervalli temporali molto diversi.
Quando una roccia (ignea, metamorfica o sedimentaria) o sedimento subisce trasformazioni fisiche e chimiche in seguito all'erosione, essa si divide in frammenti detti clasti. Per erosione si intende la separazione fisica dei clasti in modo da essere portati altrove mediante il trasporto.
Avviene mediante agenti atmosferici o subacquei (acqua, ghiaccio, vento, forza di gravità, ecc.) e le distanze possono variare da poche centinaia di metri a migliaia di chilometri; l'agente migliore è l'acqua, la cui capacità di trasportare materiali solidi (clasti) dipende dalla velocità del suo moto.
Tutte le particelle trasportate si depongono sul fondo, prima quelle più pesanti e grossolane ed infine anche le polveri più sottili. Quando a sedimentarsi sono i clasti allora si parla di sedimentazione clastica; se invece avviene una precipitazione dei soluti in seguito a variazioni fisiche (concentrazione, pressione, temperatura, pH, …) allora si parla di sedimentazione chimica.
Dopo la sedimentazione, con l'accumularsi di sempre nuovi depositi e la subsidenza naturale, i sedimenti vengono seppelliti a sempre maggiore profondità e subiscono una serie di trasformazioni chimico-fisiche (la diagenesi) per opera dell'aumento della pressione e della temperatura, e dell'azione delle acque sotterranee (consolidamento, compattazione, cementazione), che li trasformano gradualmente in rocce. Le rocce sono antichi sedimenti litificati. Il processo diagenetico potrà poi evolvere in processo metamorfico, o essere interrotto in un qualunque momento da un nuovo evento erosivo, con l'inizio di un nuovo ciclo sedimentario.
La diagenesi si divide in 3 processi:
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