Nel mondo di oggi, Rhodophyta è un argomento che ha catturato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Fin dalla sua nascita, Rhodophyta è stato oggetto di dibattito, analisi e studio da parte di esperti in diversi campi. Il suo impatto sulla società, sull’economia, sulla politica e sulla cultura ne fanno un argomento di rilevanza universale. In questo articolo esploreremo le varie sfaccettature di Rhodophyta, dalle sue origini alla sua influenza sulla vita quotidiana delle persone. Attraverso un'analisi esaustiva, cercheremo di far luce sui diversi aspetti che rendono Rhodophyta un argomento meritevole di studio e interesse.
Alghe rosse | |
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Laurencia sp. | |
Intervallo geologico | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Rhodopicozoa |
(clade) | (sottodominio) Bikonta |
(clade) | (supergruppo) Eubikonta |
(clade) | (gruppo) Diaphoretickes |
(clade) | (sottogruppo) EuDiaphoretickes |
(clade) | (superregno) Archaeplastida |
(clade) | (regno) Rhodopicozoa |
(clade) | (sottoregno) Rhodophyta |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Biliphyta |
Phylum | Rhodophyta Wettstein, 1922 |
Classi (classica) | |
Phylum (filogenetica) | |
Rhodophytacee
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Le alghe rosse o Rhodophyta (dall'antico greco ῥόδον, rhódon "rosa" e φυτόν, phytón "pianta", quindi "pianta rosa o rossa") sono organismi autotrofi eucarioti tra i più antichi,[1] privi di flagelli, fotosintetizzanti, che contengono clorofilla a e d (dovuta alla presenza di cianobatteri simbionti), ficobiline contenute nei ficobilisomi e comprendenti specie plurinucleate.[2] Vivono soprattutto nelle acque di mare calde e se ne annoverano circa 4.000 specie,[3] (altri studi indicano 5-6000 specie[4] e qualcuno fino a 10.000[5]) gran parte delle quali pluricellulari. Sono organismi bio-costruttori, in quanto la loro crescita dà luogo a edifici calcarei di origine organica noti come piattaforme carbonatiche, e contribuiscono alla costruzione di vere e proprie scogliere organogene.
La parete cellulare è povera di cellulosa ma ricca di agar agar (polisaccaride acido) e carragenani; in alcune alghe rosse manca la cellulosa, al posto della quale ci sono xilani e mannani.
I cloroplasti di queste alghe hanno tilacoidi[5] che restano isolati, disposti più o meno parallelamente tra loro e non associati in lamelle. Un unico tilacoide periferico avvolge tutti quelli interni. Lungo le membrane tilacoidali si trovano allineati i ficobilisomi. I cloroplasti hanno forma stellata, reticolata o lobata. Le rodofite non hanno reticolo endoplasmatico. I cloroplasti hanno il pirenoide. La loro sostanza di riserva è l'amido delle floridee.
La maggior parte della alghe rosse ha un tallo molto elaborato, fatto dall'aggregazione di numerosi filamenti cellulari nei quali le singole cellule sono collegate mediante delle sinapsi chiamate Pit connections,[6] che sono delle perforazioni che mettono in comunicazione cellule contigue di uno stesso filamento e nelle quali si deposita materiale glicoproteico di forma lenticolare. Tra cellule di filamenti diversi si possono formare delle Pit connections secondarie, in questo caso, preliminarmente si forma una cellula laterale che poi viene riassorbita. Pit connections secondarie si possono formare anche tra cellule di organismi diversi, legati tra loro da un rapporto simbiontico.
Alcune specie di alghe rosse sono utilizzate dall'uomo come cibo; le specie Palmaria palmata[7] e la Porphyra[8] sono molto diffuse nelle tavole dell'Arcipelago britannico.[9]
Nella cucina asiatica le rodofite sono utilizzate sia come alimento (nori) o per produrre agar agar, carragenina o altri additivi alimentari. L'alto contenuto di vitamine (soprattutto la vitamina C), il buon contenuto proteico e la facilità di coltivazione, hanno favorito l'utilizzo alimentare di queste alghe che si è sviluppato in Giappone già a partire da oltre 300 anni fa.
Infine un altro studio condotto nel 2020 ha mostrato che le alghe rosse possono inibire la replicazioni di virus, ad esempio quello del COVID-19.[10]
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