Pressione oncotica

Nel mondo di oggi, Pressione oncotica è un argomento o una persona che ha acquisito grande rilevanza grazie alle sue ripercussioni di grande impatto in vari ambiti della società. Che sia a livello politico, sociale, economico o culturale, Pressione oncotica ha catturato l’attenzione di esperti e cittadini, generando attorno ad esso un intenso dibattito. La sua influenza si estende a livello globale, provocando cambiamenti significativi che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo. Poiché Pressione oncotica continua a essere oggetto di interesse e ricerca, è fondamentale analizzarne le implicazioni e le conseguenze in dettaglio per comprenderne meglio l'importanza oggi. In questo articolo approfondiremo il fenomeno Pressione oncotica, esplorandone le origini, l'evoluzione e le proiezioni future per far luce sul suo vero significato e portata.

La pressione oncotica è la pressione osmotica esercitata da soluzioni colloidali.

In medicina e fisiologia il termine si riferisce alla pressione causata dalle proteine (come l'albumina prodotta dal fegato) presenti in soluzione nel plasma sanguigno. In condizioni normali la differenza tra i valori di pressione oncotica interstiziale e plasmatica è di circa 25 mmHg (circa 30 mmHg a livello plasmatico - circa 5 mmHg a livello interstiziale) ed è in grado di bilanciare in parte la pressione idrostatica che porta al movimento di liquido attraverso le membrane dei capillari fenomeno che avviene con particolare efficacia a livello del glomerulo renale dove la pressione idrostatica raggiunge valori di circa 60 mmHg nei capillari contro una media di 30 mmHg a livello sistemico. Tale relazione tra flusso di solvente e pressioni è descritta dall'Equazione di Starling.

In generale, la differenza tra pressione oncotica e pressione idrostatica a livello dell'estremità arteriosa dei capillari favorisce il passaggio nello spazio extracellulare di acqua, elettroliti e alcune proteine del plasma. La minore pressione idrostatica che si ha a livello delle estremità venose dei capillari (data tra le altre cose dalla diminuzione della velocità del sangue) e la costante pressione oncotica inducono, invece, un riassorbimento nel circolo sanguigno di acqua, di elettroliti e dei prodotti del catabolismo dei tessuti. Tali trasporti nei tessuti lassi sono in genere sbilanciati verso la filtrazione, richiedendo quindi l'intervento del sistema linfatico per il riassorbimento di liquido e soluti a livello periferico.

Voci correlate