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Paolo Giaccone (Palermo, 21 marzo 1929 – Palermo, 11 agosto 1982) è stato un medico legale italiano, ucciso da Cosa nostra perché eseguiva delle perizie per conto della Procura della Repubblica.[1][2]
Nacque a Palermo dove il padre, Antonio, era primario di ostetricia e ginecologia Dopo gli studi classici all'Istituto Gonzaga, nel 1953 si laureò in medicina presso l'Università degli Studi di Palermo, con il massimo dei voti e la lode.
Dalla moglie, Rosetta Prestinicola, ebbe quattro figli: Camilla, Antonino, Amalia e Paola[3].
Docente universitario, insegnò antropologia criminale alla facoltà di giurisprudenza, e fu ordinario di Medicina legale alla facoltà di medicina dell'Università di Palermo. Giaccone divideva il suo impegno tra l'istituto di medicina legale del Policlinico, che dirigeva, e le consulenze per il Tribunale. Fu anche Presidente dell'AVIS Regionale.
Nel dicembre 1981 furono uccise quattro persone tra le strade di Bagheria e Paolo Giaccone ricevette l'incarico di esaminare l'impronta digitale lasciata da uno dei killer. L'impronta apparteneva a Giuseppe Marchese, esponente di primo piano della cosca di Corso dei Mille, ed era l'unica prova che poteva incastrare gli assassini. Nonostante le pressioni affinché modificasse le conclusioni della perizia, Giaccone rifiutò, permettendo l’identificazione.
L'11 agosto 1982, mentre si recava all'istituto di medicina legale, Giaccone fu raggiunto da due killer e ucciso con 5 colpi di pistola Beretta 92 parabellum.[4]
In seguito il pentito Vincenzo Sinagra rivelò i dettagli del delitto, indicando come esecutore materiale il killer Salvatore Rotolo, che perciò venne condannato all'ergastolo nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra[5], nel quale furono giudicati anche i mandanti dell'omicidio (Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Pippo Calò, Bernardo Brusca, Antonino Geraci), condannati pure alla pena dell'ergastolo[6].
Gli è stato intitolato il Policlinico di Palermo, oltre che una via nello storico parco della Favorita[7][8].
La figura di Giaccone e quella di altre vittime della mafia è stata ricordata in una puntata de Il testimone, trasmissione di Mtv condotta da Pif[9].
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