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Un motore Hemi è un motore a combustione interna alimentato a benzina in cui la testa di ciascun cilindro di combustione è di forma semisferica. Il termine deriva è l'abbreviazione dell'inglese hemisphere (letteralmente in italiano "semisfera").
Le camere di combustione semisferiche, già in uso per secoli nei mortai e nei cannoni[1], vennero introdotte in alcuni dei primi motori automobilistici, poco dopo che venne mostrato il concetto di motore a combustione interna stesso.
I motori con testata emisferica sono in uso almeno dal 1901[2]; utilizzati dalla casa automobilistica belga Pipe nel 1905[3] e nella vettura da corsa Fiat 130 HP del 1907[4]. Anche la Peugeot da Formula Grand Prix del 1912 e l'Alfa Romeo Grand Prix del 1914 montavano motori a quattro valvole, ed anche la Daimler e la Riley usarono motori con camere di combustione emisferiche. La Stutz, a partire dal 1912, usò motori a quattro valvole[5], anticipando concettualmente i moderni motori per le autovetture. Altri esempi ne sono, il motore bialbero Alfa Romeo già di serie dal 1950, il BMW a 6 cilindri in linea introdotto nel 1936 (progetto adottato poi da Bristol Cars), il Peugeot 403, il Renault 8 Gordini, il motore Toyota T e i motori da competizione "Miller"[6].
Nei sistemi a camera di combustione emisferica, le valvole di aspirazione e di scarico sono poste sui lati opposti della camera, facendo sì che il flusso di miscela aria-benzina scorra direttamente nella camera. Questa soluzione viene chiamata "testata a flusso incrociato"[7].
Una delle sfide principali nella commercializzazione di motori che utilizzano camere emisferiche ruotava intorno alla progettazione di un sistema di distribuzione che rendesse il movimento delle valvole efficace, efficiente, affidabile e realizzabile ad un costo accettabile. A questa complessità faceva riferimento la Chrysler negli anni cinquanta durante lo sviluppo dei primi motori Hemi: nelle pubblicità, le testate venivano chiamate "Double Rocker" (letteralmente "Doppio bilanciere")[8].