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Luigi Marchesani (Vasto, 10 giugno 1802 – Vasto, 3 luglio 1870) è stato un medico e storico italiano.
Nacque, primo di sei fratelli, nella nobile famiglia dei Marchesani di Vasto da Francesco Antonio, notaio, e da Elisabetta Giacomucci.
Si laureò in Medicina a Napoli dove rimase fino al 1837 esercitando nei maggiori ospedali della città. Sempre a Napoli aprì una scuola privata di medicina dedicandosi anche alla ricerca scientifica. Tra i suoi numerosi saggi medici si ricordano “Malattia del gran plesso solare probabilmente di natura cancerigna”, “Sulla dissenteria epidemica in Vasto nella state del 1834” e “Sul catarro in generale e sul catarro dei polmoni in particolare”[2].
Tornato a Vasto affiancò alla sua professione di medico l'opera di scrittore storico. Su richiesta del municipio di Vasto compose tra il 1838 e il 1841 “Storia di Vasto, città in Apruzzo citeriore”[3], la più ampia e completa ricerca storica sulla città di Vasto.
Nel 1842, in collaborazione con il sindaco Pietro Muzii, fondò l'ospedale civile di Vasto. Vi esercitò in diversi ruoli: direttore sanitario, chirurgo, amministratore, anatomopatologo.[4]
Si interessò anche di archeologia, incontrando a Vasto Theodor Mommsen nel 1846, organizzando il Museo Civico di Vasto, primo in Abruzzo, nel 1849[5], pubblicando “Esposizione degli oggetti raccolti nel gabinetto archeologico comunale di cose patrie” in quattro volumi.
Nel 1851 si specializzò in chirurgia e nel 1855 fu autorizzato all’esecuzione di autopsie nell’ospedale di Vasto.
Alla fine del 1868 gli fu diagnosticato un tumore che lo condusse alla morte nel luglio 1870.