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Guillaume de Marcillat (La Châtre, 1470 – Arezzo, 1529) è stato un pittore e maestro vetraio francese. Sebbene abbia realizzato anche alcuni affreschi fu soprattutto pittore di vetrate.
Nato a Marcillac, si distinse per la dote nel disegno. In gioventù per scampare a guai giudiziari, entrò nell'ordine domenicano, rimanendo tuttavia in attività come artista, specializzandosi nella creazione di vetrate. Su richiesta del Papa, si trasferì con un collega in Italia e lavorò inizialmente nei palazzi papali a Roma (1505), dove fu tra i collaboratori di Raffaello nelle Stanze Vaticane. Purtroppo gran parte delle sue vetrate furono distrutte durante il sacco di Roma del 1527 per ricavare piombo per gli archibugi. Le sue opere più importanti si trovano a Cortona, dove fu invitato dal cardinal Passerini e, soprattutto, ad Arezzo dove realizzò molte delle vetrate del duomo. Sempre nel duomo dipinse gli affreschi della volta. Per la chiesa di San Francesco realizzò il rosone. Stimatissimo e molto lodato in Arezzo, fu considerato come un cittadino acquisito e ivi morì a 62 anni.
Con lui l'arte della vetrata non fu più essenzialmente decorativa ma accolse le caratteristiche di pittura vera e propria.
Suo principale allievo fu Pastorino dei Pastorini, a cui l'artista francese lasciò in eredità secondo il Vasari "i vetri e le masserizie da lavorare et i suoi disegni".[1]
Vetrate:
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