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Giovanni Battista Stella arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Taranto (1713-1725) |
Nato | 26 settembre 1660 a Modugno |
Ordinato diacono | 15 maggio 1692 dall'arcivescovo Carlo Loffredo |
Ordinato presbitero | 18 maggio 1692 dall'arcivescovo Carlo Loffredo |
Nominato arcivescovo | 30 agosto 1713 da papa Clemente XI |
Consacrato arcivescovo | 3 settembre 1713 dal cardinale Fabrizio Paolucci |
Deceduto | 11 dicembre 1725 (65 anni) a Taranto |
Giovanni Battista Stella (Modugno, 26 settembre 1660 – Taranto, 11 dicembre 1725) è stato un arcivescovo cattolico italiano. È stato arciprete della chiesa della Santissima Annunziata di Modugno e arcivescovo di Taranto.
Giovanni Battista Stella, di nobile famiglia originaria di Valenzano, nacque a Modugno il 26 settembre 1660 dal medico Nicola Francesco e da Ortensia de Laurentis. Egli fu il terzo dei cinque figli, dei quali il più noto e illustre fu il conte Rocco Stella.
Venne battezzato il 3 ottobre 1660; suo padrino per procura fu il Duca di Noci Giovanni Gironimo Acquaviva, figlio del Conte di Conversano[1].
La sua prima formazione, nell'infanzia, avvenne a cura del padre Francesco che gli insegnò la geometria e le basi del diritto civile ed ecclesiastico[2]. Completò gli studi nel convento dei Domenicani, dove studiò Teologia e Filosofia[2].
In seguito, fu avviato agli studi di giurisprudenza, secondo le volontà paterne, in Napoli. Laureatosi brillantemente iniziò a esercitare la professione di avvocato in quella città[3].
Si ritirò successivamente in Modugno per approfondire gli studi di teologia presso il Convento Domenicano di Modugno[3]. Qui, avendo a che fare quotidianamente con la vita conventuale, maturò la vocazione e decise di diventare sacerdote[3].
Nel 1693, completati gli studi all'età di 33 anni, l'arcivescovo di Bari Carlo Loffredo lo consacrò sacerdote[4]. Questa nomina, in considerazione dell'elevata età di Giovanni Battista, avvenne con dispensa speciale da Roma, in maniera molto rapida secondo la formula del in tribus diebus festivis[3].
Gli fu assegnato il compito di confessore delle Monache di Modugno[3]. Nel dicembre del 1696, morì l'allora arciprete di Modugno, Domenico Carlo Maffei. Quattro anni dopo la consacrazione a sacerdote, nel 1697, dallo stesso arcivescovo Loffredo, fu investito della carica di Arciprete di Modugno[4].
Lasciò il lussuoso Palazzo di famiglia, dove viveva con i nobili parenti, per trasferirsi in una abitazione più modesta, dove poteva dedicarsi allo studio e alla preghiera[5]. Unico suo servitore era il contadino analfabeta Pietro Martire Ricchitelli.
Aveva l'abitudine di incontrare gli altri sacerdoti modugnesi due volte alla settimana, il mercoledì e il sabato, per dedicarsia alle letture sacre, alla preghiera e alla discussione di casi di coscienza[5]. Questi incontri avvenivano nella Chiesa di San Sebastiano, oggi dedicata all'Assunta. Nel 1707, grazie al suo intervento, vennero aggiunte a quella chiesa due cappelle dedicate a San Filippo Neri e alla Sacra Famiglia[6].
Nel 1713 venne nominato vescovo di Potenza, ma non ebbe il tempo di prendere possesso della sua destinazione perché lo stesso anno (il 28 agosto[7]) fu promosso arcivescovo di Taranto[8].
Da Modugno, condusse a Taranto il Padre Lettore Fra Candido Sassi, che conobbe nel Convento dei Domenicani e nominò Lettore del Seminario di Taranto[9]. Lo seguì dal paese natale anche il servo Pietro Martire Ricchitelli[3].
A Taranto, oltre a istituire i Conservatori delle pentite e delle zitelle per giovani abbandonate, ebbe cura della Cattedrale di San Cataldo in cui completò il rifacimento della facciata, del vestibolo e del soffitto della navata centrale facendolo indorare a fuoco; fece anche affrescare la cupola da Paolo de Matteis e fece realizzare il coro ligneo. A testimonianza dell'opera di abbellimento della cattedrale effettuata da Gian Battista Stella, si possono notare diversi stemmi di famiglia (costituito da una stella a 8 punte) all'interno e all'esterno del tempio cristiano. Esempi di ciò si possono notare sulla facciata in stile barocco della cattedrale: la trabeazione del portale d'ingresso reca lo stemma di famiglia e lo stesso portale ligneo è formato da 28 cassettoni riportanti altrettante stelle a 8 punte.
Morì in Taranto l'11 dicembre 1725 e fu sepolto nella cappella della Pietà addossata alla cattedrale. La lapide in latino recita:- JOANNES BAT.STELLA QUO NIHIL SANCTUS NIL IN PAUPERES ET ECCLESIAM MUNIFICENTIUS HUIC PRAEFUIT METROPOLITANAE ANNOS OBIT DIE XI XBRIS MDCCXXV- Nel bicentenario della morte, il clero modugnese indisse solenni celebrazioni in memoria del celebre concittadino: una lapide posta nella Chiesa Matrice di Modugno, nei pressi della porta della sacrestia, ricorda l'avvenimento.
La genealogia episcopale è: