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L'Europa settentrionale (o Europa del Nord, o Nord Europa) è la parte settentrionale del continente europeo. Esistono varie convenzioni sui confini dell'Europa settentrionale e sugli stati che vi ricadono. Secondo un diffuso modo di vedere[1], appartengono all'Europa settentrionale Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda e Danimarca. In base alla ripartizione del globo in macroregioni da parte delle Nazioni Unite include invece otto stati.
Il concetto di Europa settentrionale spesso corrisponde a quello di paesi nordici[1], che include Norvegia, Svezia e Finlandia (comprese le isole Åland, le Fær Øer e le isole Svalbard), stati che formano il Consiglio nordico.
Secondo il Geoschema delle Nazioni Unite, nell'Europa settentrionale è compreso anche l'Arcipelago britannico (incluse l'Isola di Man e le Isole del Canale), altrimenti considerato parte dell'Europa occidentale. Sempre secondo il Geoschema delle Nazioni Unite, nell'Europa settentrionale sono compresi anche i paesi baltici, ossia Estonia, Lettonia e Lituania, normalmente considerati una regione a parte o inclusi nell'Europa orientale, in quanto stati post-sovietici[2].
I territori russi della Carelia e della Penisola di Kola, pur essendo anch'essi geograficamente nella zona più settentrionale d'Europa, a causa della appartenenza politica alla Russia non sono normalmente considerati parte della regione dell'Europa settentrionale.
Prima del XIX secolo, il termine nordico o settentrionale era comunemente usato per riferirsi all'insieme di paesi nordici, Russia europea e paesi baltici (al tempo la Livonia e Curlandia).
Nell'Età antica, quando l'Europa era dominata dalla regione mediterranea (Impero romano), ogni parte del continente non contigua all'impero era definita come Europa del Nord. Questo significato è tuttora errato, tolto in rari contesti, come nelle trattazioni sul Rinascimento settentrionale. Nell'era medievale, il termine (Ultima) Thule era usato per riferirsi a un luogo semi-mitico nelle estreme regioni settentrionali del continente.
Nel contesto dell'Unione europea, sono comunemente appartenenti al gruppo settentrionale:
Il Danevirke e il Canale della Manica sono spesso considerati come linea di demarcazione tra Europa del Nord e del Sud poiché, almeno ad ovest, la maggior parte delle terre a sud della linea era governata dai Franchi con Carlo Magno, mentre la parte a nord della linea era del Regno d'Inghilterra, sotto Canuto il Grande.
Gli standard di vita dei Paesi nordici (Norvegia, Danimarca, Svezia, Islanda, Finlandia) sono tra i più avanzati al mondo, tanto che si trovano ai primi posti nella classifica dell'Indice di sviluppo umano,[3] nella classifica della qualità di vita[4] e nelle classifiche di libertà d'espressione e di stampa.[5] Essi risultano in ottime posizioni anche per la competitività economica.[6][7] Risultano inoltre tra i paesi più felici del mondo,[8][9] tra i paesi con una democrazia più efficiente del mondo[10][11] e tra i paesi di più alto livello per ricerca e sviluppo.[12]
I Paesi nordici basano il proprio sistema economico-sociale sul cosiddetto modello nordico, ovvero un modello di ispirazione socialdemocratica, che si fonda infatti sul sostegno ad uno stato sociale, su un’economia mista e su un forte welfare che prevede una forte promozione dell’uguaglianza di status e un elevato livello di protezione sociale, definito spesso "dalla culla alla tomba" per la rigorosa tutela fornita dallo Stato dal momento della nascita del cittadino alla sua morte.[13][14][15][16]
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