In questo articolo esploreremo in dettaglio il tema Creosoto, che negli ultimi anni ha catturato l’attenzione e l’interesse di molte persone. Approfondiremo le sue origini, la sua attualità e il suo impatto in diversi ambiti della vita quotidiana. Analizzeremo anche le diverse prospettive e opinioni che esistono attorno a Creosoto, in modo da fornire ai nostri lettori una visione completa ed equilibrata. Attraverso questo articolo, speriamo di offrire una comprensione più profonda e ricca di Creosoto, nonché di incoraggiare il dibattito e la riflessione su questo argomento affascinante.
Il creosoto, dal greco kréas (carne) e sózein (salvare), è il nome comune di diversi prodotti, di differente composizione, derivanti dalla distillazione o di legna, o di catrami minerali.
I derivati minerali contengono fenoli, cresoli e IPA. Si tratta di liquidi, poco solubili in acqua e solubili in solventi organici. Veniva un tempo impiegato per la conservazione del legno.
Il più comune derivato dal legname è un miscuglio di fenoli ed eteri fenolici che si ottiene dalla distillazione tra 200-225 °C del legno di faggio. È un liquido incolore, poco solubile in acqua e solubile in solventi organici. Contiene il 50-60% di guaiacolo e creosolo. Un tempo veniva usato in medicina per il suo potere antisettico, anticatarrale e antipiretico, viene tuttora utilizzato in endodonzia come disinfettante nelle otturazioni provvisorie.
I creosoti vengono utilizzati come:
Il codice Numero CAS del creosoto è 8001-58-9.
Il codice EINECS è 232-287-5.
La Commissione europea, con Direttiva 2001/90/CE del 26 ottobre 2001, ha vietato la vendita ai consumatori di alcuni creosoti a causa della loro cancerogenicità.