Convenzione di Fontainebleau

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La convenzione di Fontainebleau, del 10 ottobre 1807 fissò all'Isonzo la nuova linea di confine tra il Regno d'Italia napoleonico e l'impero d'Austria.
Tale trattato è conosciuto anche col nome di convenzione addizionale di Fontainebleau, in quanto i suoi articoli sono da considerarsi un completamento del Trattato di Presburgo (dicembre 1805).
Così, mentre il Goriziano, assieme al neo-acquisito territorio di Monfalcone (precedentemente assegnato al Regno d'Italia napoleonico dalla Pace di Presburgo), rimase all'Austria fino 1809 per poi confluire nelle Province Illiriche napoleoniche, il Gradiscano e il Collio vennero a far parte del Regno d'Italia e inseriti nel dipartimento di Passariano. Gradisca divenne capoluogo di distretto e vi fu stabilita la sede della Viceprefettura dell'Isonzo, cui furono subordinati i cantoni di Gradisca, Cervignano, Cormons e Palma. La zona di Aquileia, costituita in cantone, fu invece aggregata al dipartimento dell'Adriatico con centro a Venezia.
Il nuovo confine[1][2] viene fatto coincidere con il corso dell'Isonzo dalla sua foce fino al villaggio di Cristinizza presso Canale, da lì la linea di demarcazione tra le terre napoleoniche e quelle asburgiche, passa sullo Judrio, in corrispondenza di Bristof, per seguire il torrente fino alla sua sorgente per poi continuare sul vecchio confine veneziano.

Nella convenzione si può leggere[3]:

«Art. 1 Il corso del fiume Isonzo incominciando dal suo sbocco nel Golfo Adriatico sino dirimpetto al villaggio di Cristinizza presso Canale, sarà in avvenire il confine del Regno d'Italia e delle Provincie austriache giacenti sulla sinistra sponda di detto fiume.

Incominciando da colà continuerà il confine colla possibile linea retta, che da questo punto potrà tirarsi all'insù dell'antico confine presso il villaggio di Britof, di maniera che entrambi i paesi di Cristinizza e di Britof rimangano al Regno d’Italia.

Da qui resta l'antico confine sino alla cima del monte Matajur, e dal monte Matajur verrà nuovamente tirata una linea che corra a levante e settentrione di Starasela, e di là della cima di quel monte[4], il quale trovasi di sopra dei villaggi di Creda, Potocco e Boriana, in modo che questi villaggi insieme a Starasela rimangano al Regno d’Italia.

Questa linea va a terminare sulla cima del monte Stua[5]

Note