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Chiesa di Santa Maria Assunta | |
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Stato | ![]() |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Castellarano |
Indirizzo | via Toschi ‒ Castellarano (RE) |
Coordinate | 44°30′36.72″N 10°43′43.97″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santa Maria Assunta |
Diocesi | Reggio Emilia-Guastalla |
Inizio costruzione | XVII secolo |
Completamento | XVIII secolo |
La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia e diocesi di Reggio Emilia-Guastalla[1]; fa parte del vicariato della Valle del Secchia[2].
La prima citazione della pieve di Castellarano risale all'898[3]; si trattava di un ampio edificio a tre navate dotato di cripta[1].
La pieve è nuovamente menzionata in documenti datati 944, 980, 1160 e 1224; nel XII secolo era stata concessa in enfiteusi al marchese Bonifacio di Canossa[1].
Dalla relazione della visita pastorale del 1543 del vescovo Marcello Cervini degli Spannocchi si apprende che la chiesa non era in buone condizioni[1].
Negli anni trenta del Seicento iniziò la ricostruzione della parrocchie, la quale nel 1652 non risultava però ancora terminata; ulteriori lavori vennero condotti nel 1678 e nel 1683 si provvide a riedificare il campanile[1].
Nel 1707 il vescovo Ottavio Picenardi visitò la chiesa, la quale poté dirsi del tutto completa appena nel 1720[1].
Tra il 1899 e il 1901 la parrocchiale fu interessata da alcuni lavori, in occasione dei quali venne riscoperta la cripta; nel 1912 si provvide a restaurare la facciata e la torre campanaria[1].
Il campanile fu nuovamente ristrutturato nel 1975 e nel biennio 2020-21 la chiesa venne sottoposta a un importante processo di consolidamento e messa in sicurezza[1].
La facciata a capanna della chiesa, rivolta a ponente e abbellita da cornici e specchiature, presenta il portale d'ingresso, sormontato da un architrave poggiante su due semicolonne tuscaniche, un riquadro intonacato e due finestre rettangolari ed è scandita da due lesene laterali sorreggenti il timpano triangolare[1].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1].
L'interno dell'edificio, la cui pianta è a croce latina, si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano i bracci del transetto e le cappelle laterali, introdotte da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da lesene sorreggenti la trabeazione sopra la quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di due gradini e chiuso dall'abside di forma semicircolare[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la tela seicentesca avente come soggetto la Madonna col Bambino assieme ai Santi Bonaventura, Nicola da Tolentino e Francesca Romana, la pala raffigurante Maria Santissima Liberatrice con i Santi Paolo apostolo, Lorenzo Martire, Giacomo maggiore apostolo e Policarpo vescovo, eseguita nel 1644 da Giacinto Gimignani[4], le due statue lignee che rappresentano Santa Caterina e Sant'Agata e il dipinto ritraente la Madonna che porge la corona del rosario ai Santi Domenico di Guzman e Caterina da Siena, realizzato alla fine del XVI secolo dal romagnolo Gian Paolo Gavazzi[4].