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Chiesa della Madonna del Carmine | |
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Stato | ![]() |
Regione | Veneto |
Località | Campolongo sul Brenta (Valbrenta) |
Indirizzo | piazza Roma |
Coordinate | 45°49′44.9″N 11°41′57.72″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Nostra Signora del Monte Carmelo |
Diocesi | Padova |
Consacrazione | 1928 |
Architetto | Antonio Gaidon |
Completamento | 1795 |
La chiesa della Madonna del Carmine è la parrocchiale di Campolongo sul Brenta, frazione del comune sparso di Valbrenta, in provincia di Vicenza e diocesi di Padova[1]; fa parte del vicariato di Valstagna-Fonzaso[2].
Nel 1623 i fedeli campolonghesi, per i quali era scomodo recarsi alla parrocchiale di Oliero per assistere alle funzioni, tramite don Girolamo Orlando fecero richiesta al vicario diocesano di poter edificare una chiesetta in paese[3]; ottenuto il permesso sia dal vescovo Pietro Valier sia dal doge Francesco Erizzo, nel 1627 venne finalmente realizzato il nuovo luogo di culto[1][4].
Nel 1651 fu decretato che ogni quarta domenica del mese un sacerdote giungesse a Campolongo per celebrare la Messa e impartire i sacramenti, mentre poi la parrocchia venne eretta nel 1664 dal vescovo Gregorio Barbarigo in seguito alle numerose richieste da parte dei fedeli[1][3][4].
La prima pietra della nuova parrocchiale neoclassiche fu posta nel 1793; l'edificio, disegnato da Antonio Gaidon, venne portato a compimento due anni dopo[1][4].
Durante il primo conflitto mondiale la chiesa riportò delle lesioni causate dalle granate austriache e, pertanto, venne restaurata nel dopoguerra, per poi essere consacrata nel 1928; il campanile sul lato nord, lasciato incompleto per oltre un secolo e mezzo, fu ultimato nel 1956[1][4].
Nella seconda metà del Novecento si provvide ad adeguare la parrocchiale alle norme postconciliari[1].
La simmetrica facciata a capanna della chiesa, rivolta a nordest e scandita da quattro semicolonne corinzie sorreggenti la trabeazione e il frontone, presenta centralmente il portale d'ingresso, sormontato da un timpano semicircolare, e sopra l'iscrizione dedicatoria "DOM ac Virgini Matri Carmeli templum sacrum"[1].
Ai lati del prospetto principale si elvano i due campanili a pianta quadrata, ognuno dei quali presenta una doppia cella, il cui ordine inferiore è caratterizzato da bifore e quello superiore da monofore[1].
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le due cappelle laterali ospitanti gli altari minori e le cui pareti sono scandite da semicolonne sorreggenti la trabeazione sopra la quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dell'abside dagli angoli smussati[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali le due statue ritraenti i Santi Filippo e Giacomo, intagliate da Pietro Bonato[3], il fonte battesimale in pietra di Asiago, coronato da una copertura seicentesca riccamente decorata e abbellita da rilievi[3][4], e le due tele raffiguranti la Trinità con i santi Pietro e Paolo e la Madonna che appare ai Santi Antonio e Lucia, dipinte da Giulio Carpioni nel XVII secolo[4].