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Poli(acido lattico) | |
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Caratteristiche generali | |
Massa molecolare (u) | circa 60.000 g/mol |
Numero CAS | |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
L'acido polilattico (PLA), più correttamente poli(acido lattico) o polilattato, è il polimero dell'acido lattico.
Esiste in due forme enantiomeriche (L-D); solo da monomeri enantiopuri è possibile ottenere il polimero cristallino che fonde a 180 °C. Il processo di produzione ricorre alla fermentazione lattica, che produce soltanto l'isoforma L; la forma racema, ottenibile per sintesi chimica achirale, porta a un acido polilattico amorfo.[2] Il PLA è il materiale più usato nella realizzazione di bioplastica e i suoi applicativi vanno dalle bottiglie biodegradabili ai sacchetti fino alle macchine di prototipazione rapida (le stampanti 3D a FDM - Fused Deposition Modeling).
Il PLA si ottiene principalmente dagli zuccheri amidacei contenuti nelle cariossidi (semi) di piante da granella (soprattutto mais) o, in minor misura, nelle polpe radicali di colture saccarifere come la barbabietola da zucchero. Partendo dal mais, le fasi di preparazione possono così riassumersi:
Due stadi distinti: sintesi per via fermentativa con isolamento dell'acido L-lattico e polimerizzazione dell'acido ottenuto. La fermentazione industriale avviene grazie a un batterio del genere lactobacillus, che abbia una purezza elevata per non influenzare la purezza ottica dell'acido prodotto. Come materie prime si usano zuccheri (amidi), melasse e siero di latte. In alternativa viene utilizzato Bacillus coagulans.
Il monomero è tipicamente prodotto a partire da amido vegetale fermentato come mais, manioca, canna da zucchero o polpa di barbabietola da zucchero.
Diversi percorsi industriali permettono di produrre PLA utilizzabile (cioè ad alto peso molecolare). Il più diffuso comincia da due monomeri: acido lattico e il diestere ciclico (lattide). La via più comune per produrre PLA è la polimerizzazione ad apertura dell'anello del lattide con vari catalizzatori metallici (tipicamente ottanoato di stagno) in soluzione o in sospensione solido-liquido. La reazione catalizzata dal metallo produce la miscela racema L+D del PLA, riducendone la stereoregolarità rispetto al materiale di partenza (solitamente amido di mais).[3]
Il PLA prodotto a partire dalla miscela racemica risulta essere amorfo e non cristallino, diversamente da quello prodotto da acido lattico stereopuro.
La condensazione diretta dei monomeri dell'acido lattico può anche essere utilizzata per produrre PLA. Questo processo deve essere effettuato a meno di 200 °C; al di sopra di tale temperatura, viene generato il monomero lattidico entropicamente favorito. Questa reazione genera un equivalente di acqua per ogni fase di condensazione (esterificazione). La reazione di condensazione è reversibile e soggetta all'equilibrio, quindi è necessaria la rimozione dell'acqua per generare specie ad alto peso molecolare. La rimozione dell'acqua mediante l'applicazione del vuoto o mediante distillazione azeotropica, è necessaria per guidare la reazione verso la policondensazione. In questo modo si possono ottenere pesi molecolari di 130 kDa. È possibile ottenere pesi molecolari ancora più elevati cristallizzando accuratamente il polimero grezzo dalla massa fusa. I gruppi terminali dell'acido carbossilico e dell'alcool sono quindi concentrati nella regione amorfa del polimero solido e quindi possono reagire. Sono così ottenibili pesi molecolari di 128–152 kDa.[3]
Le principali proprietà sono reologiche, meccaniche e di biodegradabilità.
Pro:
Contro: